Barbara Azzarà Teatro e Società Sonia Bertinat Senor & d'Amico Valter Bouquie Giovanni Ghibaudi Giuliana Comba Samuele Pigoni CONVEGNO

Il giorno 14 dicembre 2017 nella sede della città metropolitana (Corso Inghilterra 7) si è tenuto il convegno dal nome “Bullismi e Cyberbullismo: quale ruolo per gli enti locali e il territorio?” a cura del M.I.U.R. e del Ce.Se.Di.

Ma innanzitutto, che cos’è il bullismo? Questo fenomeno è una forma di comportamento violenta e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, che viene ripetuta nel tempo e attuata nei confronti di persone considerate bersagli facili o incapaci di difendersi. Il suddetto fenomeno è oggetto di studio tra gli esperti delle scienze sociali, della psicologia giuridica, clinica, dell’età evolutiva e di altre discipline simili: difatti durante il corso della mattinata gli esponenti dei settori sopracitati si sono espressi sull’argomento del bullismo.

L’incontro è iniziato con l’intervento del Consigliere delegato dell’Istruzione Barbara Azzarà.

La quale ha presentato gli obiettivi del convegno e successivamente ha svolto il ruolo di moderatrice fra gli interventi degli oratori, lei ha espresso preoccupazione riguardo la diffusione del bullismo sul territorio nazionale e ha suggerito l’idea di creare una rete fra scuole, comune e famiglie per contrastare il problema nella città metropolitana, inoltre sostiene la complicità di coloro che non intervengono contro questi avvenimenti. Dopo la sua introduzione ci sono stati due interventi, quello del vicesindaco Marco Marocco e quello del direttore dell’ufficio scolastico regionale Stefano Suraniti, i quali hanno ribadito l’importanza della collaborazione fra scuola e famiglia e la volontà della città metropolitana di rafforzare questa intesa.

Successivamente c’è stato l’intervento di Franco Carapelle della compagnia teatrale “Teatro e Società” e del rapper Alp King.

I quali hanno effettuato delle performance, tre gag diCarapelle e tre pezzi musicali freestyle (improvvisazione di frasi in rima) di Alp King: le esibizionisi sono tenute tra gli interventi dei relatori per creare una pausa ludica ed erano relative ai problemi adolescenziali e alle discriminazioni perpetuate dalla società moderna.

Dopo i saluti iniziali, la psicologa Sonia Bertinat ha dato una sua visione riguardo al bullo.

Il bullo è un individuo che deumanizza un suo coetaneo, comportandosi in modo ostile nei suoi confronti senza provare il minimo pentimento. Ella ha definito il cyberbullismo, che si differenzia dal bullismo per l’assenza di corporeità (oltre che ovviamente all’uso della tecnologia) per effettuare gli atti ostili verso un individuo: la mancanza di questo fattore comporta una maggiore aggressività negli atti, poiché l’individuo che bullizza non vede l’immediata reazione della vittima.

Sul lato giuridico della questione si sono espressi gli avvocati Monica Alessia Senor e Maria Grazia d’Amico, rispettivamente sulle leggi esistenti e sulle conseguenze dei reati di bullismo ecyberbullismo.

Senor ha inizialmente citato la legge n°71, che si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno del cyberbullismo in tutte le sue manifestazioni, con azioni preventive, con strategie di attenzione e con una tutela ed educazione nei confronti dei minori coinvolti, sia vittime che attuatori degli atti illeciti, assicurando gli interventi senza distinzione di età nell’ambito delle istituzioni scolastiche. L’avvocato però pensa che la legge sia incompleta, poichè all’interno di essa non si parla della ripetitività dell’atto di bullismo, che è un fattore importante per distinguere un atto di bullismo da un caso di violenza isolata o da uno spiacevole incidente. La spiegazione delle conseguenze dei reati di bullismo è avvenuta ad opera dell’avvocato Maria Grazia D’amico, la quale ha mostrato e raccontato alcuni casi di bullismo recenti, oltre a citare le differenze tra reato penale e civile in questo campo: nel primo un minore di 14 anni viene considerato non capace di intendere e di volere, mentre nel secondo questa incapacità non viene considerata, ma la responsabilità degli atti di bullismo va ai genitori del bullo, o in caso di orario scolastico, va all’insegnanti. Secondo l’avvocato, è compito dei genitori educare i propri figli, impartendogli dei sani principi riguardanti le relazioni con i coetanei, oltre ad insegnarli l’uso delle nuove tecnologie, le quali possono arrecare danno, in caso si tratti di bullismo virtuale.

La mattinata è continuata con il tema della collaborazione tra istituzioni e cittadini, che è stato presentato dal commissario del Nucleo di Prossimità della Polizia Municipale Valter Bouquie.

Egli ha parlato dei risultati conseguiti dagli sforzi della polizia in questo ambito: secondo il commissario, portare la divisa delle forze dell’ordine divide le persone, difatti il Nucleo di Prossimità si occupa di ridurre questa distanza. Il Nucleo di Prossimità è formato da 50 operatori preparati (oltre ad essere motivati) sull’argomento del bullismo: ogni anno, da 10 anni a questa parte, incontrano migliaia di ragazzi e instaurano con loro, con i genitori e con la scuola una collaborazione. Effettuano degli incontri di 2-4 ore a settimana per circa 10 settimane; al termine di essi le varie parti coinvolte acquisiscono una grande consapevolezza sul bullismo e soprattutto coloro che hanno effettuato atti di bullismo in passato, tendono a non farli più.

Anche Giovanni Ghibaudi ha effettuato un intervento riguardo al tema spiegato dal commissario, rappresentando il progetto “Sicur-Sé”, che si inserisce fra il bullo e la vittima con le rispettive famiglie, per creare nel primo un senso di responsabilità e nel secondo un percorso di ricostruzione dell’autostima.

Il penultimo argomento è stato la parità delle opportunità fra i giovani per evitare la creazione di disagi e il trattare ugualmente chi è diverso da noi.

La questione è stata discussa da Giuliana Comba, assessore all’Istruzione Cultura Intercultura e Pari Opportunità del Comune di Cumiana la quale si è preparata sull’argomento, cosa molto importante, lavorando con i bambini delle scuole elementari sui loro problemi oltre ad aver trattato l’importanza dell’ascolto dei giovani per poter fornire le pari opportunità, le quali sono fondamentali per eliminare le discriminazioni e per creare un clima di uguaglianza.

Infine, il responsabile del servizio Giovani e Territorio Diaconia Valdese Samuele Pigoni ha parlato della crisi dei modelli e ha narrato un breve racconto riguardante una situazione dei giorni nostri

In cui una bambina, vedendo i suoi coetanei che possedevano un proprio telefono cellulare, chiede a sua volta ai genitori di averne uno: il padre di lei acconsente, ma la madre è contraria e decide di andare a parlare con uno psicologo che domanda ai genitori se è bene al giorno d’oggi essere diversi da chi ci circonda, dopodichè consiglia di andare da una associazione, in cui scoprono la pericolosità dell’assenza di una realtà affermata sul web, poiché sono presenti molteplici rischi e molteplici benefici, i quali possono o meno nuocere (nel nostro caso) i giovani. Pigoni ha concluso il suo intervento parlando dell’abbattimento dei limiti della rete e di come ciò risulti positivo solo nel fatto in cui non si rimanga senza essi.